Résumé :
Si dimostra che il Vat. Barb. gr. 214, contenente scolii a Teocrito e due carmina figurata, appartenne
all'umanista Ermolao Barbaro, dal quale fu probabilmente commissionato al copista , e quindi postillato e integrato alla fine con una riscrittura nella foggia corretta di 'Ali' e 'Scure' (il cui testo presenta, di altra mano, varianti interessanti). Vari indizi, fra cui una gustosa lettera del Barbaro permettono di datare con verosimiglianza queste vicende al 1484. Nel XVI secolo il codice pervenne dalla biblioteca veneziana dei Barbaro a quella napoletana di San Giovanni a Carbonara, passando per le mani di Vittorio Falconio e di Aulo Giano Parrasio; nel XVII secolo approdò a Roma, nella collezione Barberini