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Résumé :

[= Κῆπος ἀειθαλής. Studi in ricordo di Augusta Acconcia Longo, I, a cura di Francesco D’AIUTO, Santo LUCA, Andrea LUZZI] All’interno della tradizione manoscritta dei Vangeli, il cosiddetto « gruppo Ferrar », che tramanda antiche varianti risalenti all’ambiente di Cesarea di Palestina, è rappresentato in un manipolo di manoscritti dell’Italia meridionale: tale recensione testuale, d’altra parte, è stata fatta oggetto nel tempo di un costante processo editoriale di livellamento sul «testo bizantino», che nell’XI secolo si può evidenziare nei manoscritti stessi copiati dallo scriba Leone. Il Lezionario Vat. gr. 2138, trascritto a Capua nel 991, è qui a sua volta preso in esame quale testimone d’eccezione delle relazioni interculturali tra i monaci italogreci e gli ambienti di cultura latina in cui essi vennero a rifugiarsi. Quanto ai calendari liturgici così come rappresentati nei menologia minora dei manoscritti neotestamentari italogreci, si rileva che essi seguono nella maggior parte dei casi le consuetudini comuni a tutto il mondo bizantino, con ben poche aggiunte di santi locali: tali calendari mostrano, del resto, una fisionomia per lo più unitaria, con l’eccezione di quello del Praxapostolos Vat. gr. 1971, che presenta una quantità pressoché doppia di commemorazioni grazie al ricorso a un Sinassario. Si dimostra, infine, sulla base di peculiarità testuali e calendariali, che per il Lezionario Barb. gr. 565, prodotto a Rossano nel primo terzo del XII secolo, fu utilizzato come modello un «Lezionario patriarcale» di tradizione costantinopolitana: un «gemello» di tale antigrafo si conserva presso il Theological Seminary di Princeton.